Maestra o Maestro d’ascia? Appunti per un uso non sessista della lingua italiana

La lingua italiana è solita declinare al maschile tutte le professioni non specificatamente femminili, specie se qualificate e/o di prestigio, anche qualora il riferimento sia a una persona di genere femminile. La giustificazione addotta è che il maschile è grammaticamente neutro. In realtà la motivazione è più complessa e riguarda la gerarchizzazione del femminile e del maschile nel nostro dominio simbolico. Il maschile, in quanto dominante, non solo è percepito come neutro (l’espressione “tutti gli uomini sono mortali”, ad esempio, include anche le donne) ma conferisce altresì autorevolezza. Viceversa, il femminile è percepito come sminuente: c’è simmetria tra Maestro (Muti? Abbado?) e maestra? E tra Segretario (Segretario di Stato?) e segretaria? Sarebbe pensabile definire Xian Zhang, famosa Direttora d’orchestra da noi fotografata, Maestra? A quale profilo professionale penserebbero le persone estranee al mondo della musica classica? Come reagirebbe Lei? E ancora, il fatto che Susanna Camusso (donna peraltro molto avvertita e consapevole) abbia scritto su Twitter di essere stata eletta dalla Cigl Segretario generale, è da considerarsi frutto di una scelta?

Al fine di mettere in discussione l’uso del maschile neutro e la percezione diffusa di una maggiore autorevolezza del maschile sul femminile, abbiamo scelto di adottare qui un uso non sessista della lingua italiana, utilizzando solo termini femminili (a volte volutamente forzando la mano) per indicare la professione delle donne da noi fotografate e intervistate. Riteniamo, infatti, che il linguaggio non sia mai neutro e che le parole plasmino inconsapevolmente il nostro pensiero, divenendo le lenti attraverso le quali vediamo e attribuiamo significato alla realtà che ci circonda. Agire sul linguaggio non è sufficiente? I problemi veri sono altrove? Può darsi. Ma agire politicamente sulle parole non costa nulla ed è forse una delle poche piccole grandi rivoluzioni che possiamo scegliere di agire nel nostro quotidiano.

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