Trasgressioni e sessismo

Quando corpi sessuati attraversano i confini invisibili, simbolicamente invalicabili, che disegnano il mercato del lavoro, il sessismo, sempre presente, ma solitamente impalpabile e silente, riemerge con forza come per ristabilire un ordine violato.

Donne e uomini che scelgono (o si trovano) in lavori culturalmente non conformi al proprio genere, violano un dominio simbolico non scritto, in entrambi i casi mettendo in discussione il potere del maschile sul femminile, come se tale dominio fosse indebolito dalla contaminazione con il femminile in ambiti non neutri. Uomini e donne possono ormai convivere in molti settori, quelli delle zone grigie di un ipotetico continuum, purché simbolicamente divisi da riconoscimenti differenziati (retribuzioni, mansioni, possibilità di carriera), ma ci sono delle aree estreme, quelle appunto dei lavori da donne e dei lavori da uomini, che la società vorrebbe pure. Il caso o la scelta, inducono alcune persone a travalicare questi limiti, e la società reagisce per rimettere ordine. Ma la reazione cambia in base al genere di chi viola le regole.

Quando è Lui a trasgredire, magari diventando maestro in un asilo nido, la discriminazione è molto spesso solo iniziale, ma una volta superati i timori rispetto all’integrità della persona e ai suoi obiettivi reconditi, l’uomo facilmente sarà messo su un piedistallo, diventando, agli occhi di tutti e di tutte, forse specialmente agli occhi delle donne, il migliore.

Quando invece a trasgredire è Lei, la discriminazione non è solo in ingresso, ma sembra persistere a lungo, o comunque rimanere in agguato, puntando su un progressivo e logorante processo d’invalidazione.

Back to Top