Quando corpi sessuati attraversano i confini invisibili, simbolicamente invalicabili, che disegnano il mercato del lavoro, il sessismo, sempre presente, ma solitamente impalpabile e silente, riemerge con forza come per ristabilire un ordine violato. Donne e uomini che scelgono (o si trovano) in lavori culturalmente non conformi al proprio genere, violano un dominio simbolico non scritto, in entrambi i casi mettendo in discussione il potere del maschile sul femminile, come se tale dominio fosse indebolito dalla contaminazione con il femminile in ambiti non neutri. Leggi tutto »
L’invalidazione inizia spesso come forma di pregiudizio palesato, per cui si nega l’ingresso nella professione a una donna in quanto donna. In questo caso, la richiesta di Lei risulta talmente inverosimile e oltraggiosa agli occhi del datore di lavoro da non dover neanche essere camuffata. Leggi tutto »
La cultura dominante induce a immaginare la sessualità come elemento fondante l’identità dell’uomo e potenziale strumento di potere sulle donne e sulle maschilità considerate deboli. Sessualità maschile, quindi, ancora come dovere, per confermare a se stessi e agli altri – in primo luogo agli altri uomini (Kimmel, 2002) – di essere adeguatamente maschi. Leggi tutto »
La centralità del corpo delle donne ritorna molto spesso come fulcro dei processi di costruzione dell’identità femminile, divenendo così una sorta di dispositivo di costruzione dei confini di genere e di potere. Il corpo delle donne, come ci hanno raccontato, è molto spesso oggetto di attenzioni non gradite, sintomo di una visione sessista delle relazioni tra i generi, e quando le insistenze diventano troppo assillanti, il corpo diventa un fardello pesante da portare, per cui deve essere camuffato. Leggi tutto »
Convivere con il clima sessista di alcuni ambienti è faticoso, e il corpo diventa facilmente una scena d’allestire. Le strategie di resistenza possono essere differenti. Posso indossare un vestito-maschera (Stagi, 2010) per poter interpretare una femminilità adeguata all’immaginario maschile, annullando o dosando i tratti femminili. Leggi tutto »
La lingua italiana è solita declinare al maschile tutte le professioni non specificatamente femminili, specie se qualificate e/o di prestigio, anche qualora il riferimento sia a una persona di genere femminile. La giustificazione addotta è che il maschile è grammaticamente neutro. In realtà la motivazione è più complessa e riguarda la gerarchizzazione del femminile e del maschile nel nostro dominio simbolico. Leggi tutto »
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